7 luglio 2010

IL MARE DI MILAZZO E' MALATO!! IL DOSSIER TEDESCO SULLE NOSTRE ACQUE E' CHIARO - LA POLITICA LOCALE UNITA NEL FARE SPALLUCCE



UN TEST TEDESCO AFFERMA CHE ll più alto tasso d’inquinamento si è registrato proprio nelle acque milazzesi a causa del petrolio.
I test sono stati effettuati attraverso l’utilizzo di tre specie di pesci: la triglia di fango (mullus barbatus) e due perchie (serranus hepatus e serranus cabrilla).

IL QUADRO ( fonte : Legambiente - Mal’aria industriale 2010 )
L’area dichiarata a rischio ambientale della Valle del Mela (Me) comprende complessivamente 7 comuni: Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Condrò, San Pier Niceto, Gualtieri Sicaminò. All’interno dei territori comunali di Milazzo e di San Filippo Mela, lungo la costa, si estende un’ampia area industriale, caratterizzata dalla presenza di un importante polo industriale e perimetrata come Sito d’interesse nazionale (SIN) da bonificare.
Le principali sorgenti puntuali di inquinamento delle falde acquifere, del terreno e in aria di origine industriale sono riconducibili alla raffineria, alle due centrali termoelettriche e ad una miriade di altre piccole industrie, che hanno determinato notevoli danni ambientali con ripercussioni di carattere epidemiologico sull’intera Valle del Mela tanto da sollevare numerose proteste degli abitanti e delle associazioni presenti.
Il polo petrolifero comprende un impianto di raffinazione del greggio - la Raffineria Mediterranea - che si estende su un’area di 212 ettari, sulla costa est adiacente alla città di Milazzo, e ricade per il 60% nel territorio del Comune di Milazzo e per il 40% nel territorio del Comune di San Filippo del Mela. La raffineria produce GPL per automobili e per riscaldamento, benzina per automobili, kerosene per aerei e per riscaldamento, gasolio per automobili a basso e bassissimo tenore di zolfo, gasolio da riscaldamento, olio combustibile per la centrale termoelettrica Edipower, per le navi e per riscaldamento e prodotti per altre industrie. Tutti i prodotti della Raffineria vengono inviati sui mercati (alle stazioni di servizio e alle altre industrie) mediante autobotti o mediante navi cisterna. La movimentazione dei prodotti in entrata ed uscita avviene prevalentemente (85%) via mare, tramite due pontili situati all’interno alla stessa raffineria, in grado di ricevere petroliere sino a 420.000 t di stazza. Oltre agli impianti di produzione esistono anche altri impianti ausiliari come l’impianto di depurazione delle acque di scarico e un sistema di torce a combustione controllata che permette lo scarico in sicurezza degli impianti. Ha presentato la proposta di caratterizzazione ambientale ai sensi del DM 471/99 e del D. Lgs 152/2006; inoltre è in corso l’istruttoria con la conferenza di servizio ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione integrata ambientale, direttiva 96/61/CE.
Le emissioni in atmosfera nel territorio del Comprensorio del Mela sono generate essenzialmente da sorgenti fisse e da sorgenti mobili (trasporti terrestri e marittimi). Le sorgenti fisse sono soprattutto complessi industriali presenti sul territorio: impianto di raffinazione (Raffineria Mediterranea) e centrali termoelettriche (Edipower e Società Termica di Milazzo S.p.a). A queste si aggiunge il contributo di un rilevante numero di medie e piccole industrie nella cosiddetta “area ASI”, che si allunga sul litorale ad est di Milazzo.
Secondo i dati ricavati dall’Inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti(INES), le emissioni relative al 2006 rilasciate dalla Raffineria di Milazzo sono state di 1,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2), 2.725 t di ossidi di azoto (NOx), circa 7 mila tonnellate di ossidi di zolfo (SOx) per citare solo le principali. A queste si aggiungono i metalli pesanti quali Nickel (1 tonnellata), Cromo e Zinco oltre ai composti organici volatili non metanici.
Sempre nel registro sono riportate anche le emissioni della Centrale Termoelettrica di S. Filippo del Mela, che sono pari a oltre 3 milioni di tonnellate di CO2, oltre 3.086 t di ossidi di azoto e 8.700 circa di ossidi di zolfo e 1,6 tonnellate di nichel.
Altra fonte di emissione di inquinanti è la Centrale termoelettrica di Milazzo con 557 mila t di CO2 e 107 t di ossidi di azoto.
Le elevate emissioni in atmosfera che derivano da questi impianti e gli studi epidemiologici condotti nell’area richiamano con urgenza un’azione di prevenzione e riduzione dell’impatto delle attività industriali sulla popolazione e sul territorio circostante. Azione che deve partire dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Sicilia con l’attuazione dei piani di azione in applicazione della Direttiva 96/61/CE e con la realizzazione di un adeguato sistema di controllo delle emissioni e di monitoraggio continuo, sviluppando dei sistemi trasparenti d’informazione per il pubblico.

ECCO UNA PARTE DEL DOSSIER TEDESCO ( in inglese )

Take from : MEPS 131:125-141(1996) - doi:10.3354/meps131125 Inter-Research Science Center
Nordbünte 23 (+ 3, 5, 28, 30)
21385 Oldendorf/Luhe, Germany
Text :
Bioindicators of pollutant exposure in the northwestern Mediterranean Sea Burgeot T, Bocquéné G,
Porte C, Dimeet J, Santella RM, Garcia de la Parra LM, Pfhol-Leszkowicz A, Raoux C, Galgani F
Several bioindicators were used to evaluate the biological and genotoxic effects of marine
pollutants near large coastal cities in the northwestern part of the Mediterranean Sea. Three target
species of teleosts were selected: red mullet Mullus barbatus and 2 types of comber (Serranus
hepatus and S. cabrilla). Induction of ethoxyresorufin-O-deethylase (EROD) activity specific for
polycyclic aromatic hydrocarbons (PAH) and polychlorinated biphenyls (PCB) was measured in the
livers of the fish, and inhibition of acetylcholinesterase (AChE) by organophosphorus insecticides
and carbamates was measured in their muscle tissues. Maximal EROD activities (16.8 +/- 2.7 to
19.4 +/- 4.2 pmol min-1 mg protein-1) recorded in red mullet near Barcelona (Spain), Milazzo
(Sicily) and Ostia (Italy) indicated exposure to high pollutant concentrations. Inhibitions of AChE
activity were low in areas remote from agricultural and industrial activity. The highest inhibitions
were measured at sites of heavy industrial and domestic waste, such as Genoa and Naples (Italy),
Rio Ter (Spain), Barcelona, and Cortiou (France). Inhibition of AChE activity was higher at a given
station for younger individuals 120 to 140 mm in length than for those 160 to 180 mm long.
Antioxidant enzyme activities (catalase, superoxide dismutase, glutathione peroxidase and DTdiaphorase)
were measured in red mullet livers at 5 stations along the French and Spanish coasts.
Catalase activity was highest at Cortiou, consistent with higher levels of pollution, and lower at
Mallorca (Balearic Islands). Varying responses were obtained for the other antioxidant enzymes.
Glutathione S-transferase (GST), a detoxification enzyme, was also measured in the livers of red
mullet fish and found to be significantly higher at Cortiou than at the other locations studied.
Chemical measurement of PAH in surface sediment indicated the pyrolytic origin of this
contaminant for all stations except Milazzo (petroleum origin). Detection of DNA adducts as a
bioindicator of exposure to carcinogenic substances was tested according to 2 complementary assay
techniques: enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) and 32P-postlabeling. ELISA revealed
maximal quantities of PAH-DNA at Barcelona (15 adducts per 108 nucleotides), Cap Finale
(Corsica) (20.8) and Milazzo (15.5). The richest adduct profiles were detected by the 32P method at
Antibes (France), Santa Ponza (Balearic Islands), Milazzo and Cap Finale, with a maximum of 6.2
adducts per 108 nucleotides at Milazzo. This multimarker approach showed that pollutant exposure
levels varied according to site. With a sedimentary PAH profile apparently resulting from petroleum
pollution, the Milazzo station had the greatest quantity of DNA adducts and the highest inductions
of EROD activity and AChE inhibitions in M. barbatus and S. hepatus.
EROD . GST . AChE . Antioxidant enzymes . Biomonitoring . DNA adducts . PAH . Mullus
barbatus

DOSSIER ACQUE DI GOLETTA VERDE MESSINA

-Il portavoce di Goletta Verde Katia Le Donne -
“Registriamo miglioramenti a Brolo, ma si conferma il lieve inquinamento nel punto a Santo
Stefano di Camastra, dove si dovrebbe estendere il divieto di balneazione”. La zona adiacente la
foce del fiume Zappulla, su cui insiste lo scarico di un depuratore, è attualmente dichiarata non
balenabile dal relativo decreto dell’assessore regionale alla sanità, perciò continua a rimanere sotto
esame da Goletta Verde. Anche quest’anno, infatti, non risulta a norma. “Questa volta le correnti
hanno sfavorito Torrenova – dichiara Le Donne – che ha fatto segnalare, per i Coliformi fecali, un
superamento del limite di legge di tre volte nel campione d’acqua prelevato di fronte la stazione
ferroviaria, zona che ricade appunto nell’area pregiudicata. Grave e preoccupante – continua Le
Donne – l’inquinamento registrato dai nostri laboratori a Milazzo, in località Tono, dove il
superamento del limite è stato di ben 100 volte per i Coliformi fecali e di 20 volte per gli
Escherichia Coli”
. Dalla segnalazione di una forte contaminazione visibile di schiuma e acqua
sporca, fatta ai biologi del Cigno Verde al momento del prelievo, si rafforza il sospetto di aver
identificato uno scarico recente. Per questo Goletta Verde chiede alle istituzioni e alle
amministrazioni preposte di ripetere i prelievi e continuare a monitorare i punti segnalati. La
seconda stazione monitorata a Milazzo, località Capo, ha fatto invece registrare solo un lievissimo
superamento del limite di legge per un solo parametro.
L’inquinamento batterico non è l’unica minaccia per il tratto di costa nord-orientale

IN SINTESI

ZONA PRELIEVO : Milazzo loc. tono – piazza angonia **** FORTEMENTE INQUINATO
Milazzo loc. capo – discesa a mare alla fine della strada che porta a baronia ** LEGGERMENTE INQUINATO



NOTA : NON SI CONOSCE LA DATA DEI PRELIEVI ESEGUITI DA GOLETTA VERDE.
IL MATERIALE E' STATO SCARICATO DA INTERNET , SI RINGRAZIA MESSINA BLOG SICILIA.

Nessun commento: